sabato, aprile 29, 2006

COMUNIKA E PALOMBI EDITORI. COME DIVENTARE ESPERTI IN EDITORIA E COMUNICAZIONE


Parte la 15ª Edizione del Master in "Editoria e Comunicazione", organizzato dalla Casa Editrice Palombi Editori e Comunika, Istituto Specializzato nella Formazione Sviluppo e Comunicazione.

Due borse a copertura totale, del valore di 2.900,00 euro + iva, ed altre borse parziali. Selezioni in corso.

Il Master organizzato da Comunika, Istituto Specializzato nella Formazione, Sviluppo e Comunicazione, in stretta collaborazione con la casa editrice Palombi Editori, è ormai giunto alla 15ª edizione e prevede l'attuazione di un programma teorico-pratico da svolgersi in aula, seguito da uno stage qualificato.

L'obiettivo è quello di formare esperti nel campo dell'Editoria e Comunicazione, venendo incontro ai bisogni di tutti coloro che ambiscono e desiderano accedere al vasto ed affascinante mondo dell'Editoria, e di fornire le giuste competenze e gli strumenti efficaci per lo svolgimento dell'attività professionale.

L'aula è aperta ad un massimo di 30 partecipanti e sono ammessi a farne parte sia laureati che giovani laureandi, nonché professionisti già inseriti nel settore che vogliano consolidare le proprie conoscenze.

La struttura didattica del Master si snoda in 420 ore di specializzazione.
Il Master, suddiviso tra teoria e workshop, si svolgerà presso il Centro Congressi di Roma in Via Cavour 50/A, a partire dalla fine del mese di maggio, con una frequenza a weekend alternati per un totale di 120 ore; seguirà poi, lo stage della durata minima di 300 ore.

PROGRAMMA DIDATTICO
Il percorso formativo fornisce strumenti utili e nozioni mirate ai partecipanti per comprendere come presentarsi ad una casa editrice ed è strutturato nei seguenti moduli didattici:
• comunicazione linguistica
• parlare in pubblico
• il funzionamento di una casa editrice, ruoli professionalità, inserimento nel mercato del lavoro
• la nascita dei progetti editoriali
• la commercializzazione e la distribuzione dei volumi
• come si realiza un libro: illustrazione dei vari aspetti tecnici
• la libreria, funzionamento e strategie di marketing
• editoria per ragazzi
• comunicazione ufficio stampa all'interno di una casa editrice
• il ruolo dell'editor nell'editoria per ragazzi e nella narrativa
• redazione, correzione nelle bozze, editing
• editoria periodica
• l'editoria elettronica, computer grafica
• comunicazione, self marketing

STAGE
Il Master, ponte ideale tra cultura e lavoro, prevede, al termine del percorso teorico formativo, al fine di permettere l'inserimento concreto nel settore, la frequenza dello stage presso aziende partners, leaders nel setore dell'editoria. Lo stage viene garantito per iscritto a tutti i partecipanti.

Un'occasione unica per addentrarsi nel settore dell'immagine e della promozione.
Il tutto, in un grande network di comunicazione, inteso come unico e ampio sistema integrato.

La quota di partecipazione al Master è di Euro 2.900,00 + IVA (rateizzabili). Comunika e Palombi Editori, oltre alle due borse di studio a copertura totale e quelle a copertura parziale, mettono a disposizione anche altre agevolazioni e riduzioni della quota di partecipazione.

Per partecipare alla selezione è necessario inviare curriculum vitae e una lettera motivazionale. Rif. "Master in Editoria e Comunicazione" all'indirizzo e-mail master@comunika.org

Per prenotarsi alla selezione ed avere maggiori informazioni cliccare su: www.comunika.org/leggi_master2.aspx?id=1

Per ulteriori dettagli, telefonare a Comunika - Via Nomentana, 233 – 00161 Roma
Tel. 06-44291240.
Website: www.comunika.org

venerdì, febbraio 24, 2006

giovedì, dicembre 01, 2005

Scrivere nel Terzo Millennio

Scrivere un discorso è diverso da scrivere una brochure. Scrivere un romanzo è diverso da scrivere un librettto di istruzioni, e così il bilancio annuale della società è diverso da scrivere una presentazione o un documento tecnico.

Allo stesso modo, non si possono fare una pagina o un sito web prendendo testi pensati e scritti per la carta e salvandoli in html.

Ma nel caso della scrittura online è tutto molto più complicato, perché Internet si evolve in continuazione e non si fa in tempo ad elaborare non tanto delle regole quanto delle idee, che queste sono già superate.

Ma questo non deve essere motivo di scoraggiamento o dare adito a rifiuti luddistici e tecno-fobie.

Se nel mondo online tutto cambia a velocità vertiginosa, solo l'insaziabile curiosità di chi si avvicina ad un cosro di scrittura creativa, potrà permettee di stare al passo con le novità, da vivere sempre come opportunità, da esplorare, con il gusto della ricerca, che è uno dei motivi di gran successo di Internet.


All'inizio, le pagine erano lunghi testi su fondo grigio mentre oggi ci assalgono con la forza e i colori di uno spot.

A lungo, la scrittura è stata la vera cenerentola di Internet, stretta da una parte dalla programmazione e dalla tecnica, dall'altra dal predominio della grafica e delle animazioni.

Eppure imparare a scrivere per il web è particolarmente importante e urgente. Perché, passata l'euforia per la novità del mezzo, su Internet oggi si cercano soprattutto i contenuti.

E poi perché, contrariamente all'editoria tradizionale, riservata comunque a pochi, su Internet possiamo scrivere e pubblicare tutti. Senza strettoie, senza ostacoli e persino senza soldi.

E la società dell'informazione globalizzata comunica sempre di più attraverso testi, la parola scritta, e per farlo avrà sempre più bisogno di professionisti della scrittura.

Il mercato, quindi il confronto, , è diventato appunto globale. Le aziende hanno dovuto imparare a parlare, comunicare, farsi capire. Dai clienti, i fornitori, dalle altre aziende, dalle istituzioni.

Comunicare non è uno stato di lusso ma una necessità.

Ed ecco perchè la scrittura ritorna ad avere una funzione strategica.

martedì, novembre 29, 2005

Scrittura e nuovi media: spunti riflessivi surfando nel web..

In questi ultimi anni, uno degli ambiti di ricerca più vivaci e promettenti intorno alla comunicazione sta prendendo in esame l'evoluzione della scrittura nell'epoca del digitale e della comunicazione in Rete.

E da qualche anno si realizzano ricerche e studi sui diversi temi del rapporto tra evoluzione dell'italiano e nuovi media, tipologia delle interazioni sincrone in Rete e interazioni faccia-a-faccia.

La scrittura in Rete costituisce un'esperienza in parte unica e del tutto nuova di socializzazione perché è una socializzazione che si avvale del codice grafico e spesso si tratta di una esperienza di gruppo piuttosto che individuale.

Le esperienze di scrittura in Rete arricchiscono il panorama delle possibili tipologie testuali di nuovi prodotti scrittori fortemente orientati sulla dimensione fàtica e dialogica, dimensioni cioè che tradizionalmente costituivano lo spazio comunicativo tipicamente occupato dallo scambio orale.

La scrittura in rete non è semplicemente una varietà ‘elettronica', che realizza attraverso il mezzo grafico i tratti peculiari dello scambio orale (anche se vari fenomeni di mimesi del parlato vengono ottenuti attraverso segni di interpunzione, uso particolare dei caratteri della tastiera, creazione di una serie di segni particolari detti ‘emoticons', e così via).



Oralità, Scrittura Memoria..
Si impone una riflessione sulle problematiche più tipiche della dicotomia oralità-scrittura e sullo stesso destino del testo e della lingua in considerazione del modo in cui l'oralità e la scrittura si stanno ridisegnando nell'era dei nuovi media elettronici.



Scrittura e professioni..
I professionisti della scrittura.. Per i moderni "scriba egizi" sono richieste diverse competenze e nuove modalità di realizzazione testuale necessarie alla scrittura in Rete.

Rapporto con i nuovi media..
Tecnologie di libertà vs tecnodipendenze, società dell'informazione globale vs sindrome da eccesso di informazioni, apocalittici vs integrati..

"Ri-mediare" scrittura
Assumendo modelli dalle precedenti, ogni nuova tecnologia ne riproduce i tratti, almeno inizialmente. Poi, una volta autonoma, costringe le precedenti a riposizionarsi. Così è, costituzionalmente, per la scrittura. Il neofita del computer interpreta e usa questa tecnologia come macchina da scrivere, ma una volta acquisita familiarità con il nuovo ambiente, ne ricava un'immagine di macchina (e di scrittura) diversa da quella di partenza. In questa prospettiva, è la scrittura stessa che continuamente si rimedia, anche per effetto dell'incontro/scontro di sensibilità diverse, come è il caso, in ambito scolastico, di utenti giovani che interpretano la scrittura mediata dal computer come occasione di gioco e di utenti adulti che la interpretano come estensione delle pratiche chirografiche e meccaniche.


È solo negli ultimi dieci anni che sono emersi nelle aziende italiane la necessità, l'importanza e il valore delle competenze di scrittura.Un fenomeno dovuto principalmente alla diffusione di internet dentro e fuori le organizzazioni. Internet intesa non solo come World Wide Web, ma anche come posta elettronica. È stata anzi forse proprio l'e-mail a cambiare le prassi quotidiane della scrittura di tutti e a stravolgere i tradizionali canali e flussi di comunicazione interna.

All'esterno invece la globalizzazione, la competizione sempre più spinta, la fine dei grandi monopoli, un rapporto molto più diretto e interattivo con il consumatore hanno evidenziato come non fosse più importante solo fare le cose bene, creare e realizzare prodotti e servizi di qualità, ma anche farlo sapere e comunicarlo attraverso le parole e i canali più efficaci.

Se nelle grandi aziende manufatturiere e orientate al consumatore le grandi campagne vengono comunque affidate ad agenzie di pubblicità e comunicazione, nelle aziende di servizi e business-to-business (sempre più numerose) molta responsabilità nella comunicazione interna ed esterna è affidata agli stessi dipendenti, al loro modo di comunicare, che deve essere sempre più rapido, pronto ed efficace.

Una consapevolezza emersa lentamente, soprattutto sull'onda di difficoltà, problemi e anche fallimenti.

I nuovi strumenti di comunicazione hanno richiesto competenze sempre più specialistiche a tutti i dipendenti, per esempio per:

  • scrivere un articolo per l'intranet
  • usare in maniera efficace e produttiva l'e-mail, sia all'interno, sia verso l'esterno
  • scrivere un verbale di riunione
  • realizzare (e tenere) una presentazione efficace
  • scrivere i testi per il sito internet
  • saper orientare i fornitori di contenuti (traduttori, agenzie di comunicazione, copywriter)
  • scrivere i bilanci aziendali (quello economico-finanziario e quello di sostenibilità)
  • scrivere le offerte e le risposte a gare
  • scrivere (o far scrivere ad altri) la documentazione di marketing: case study, white paper, schede prodotto, brochure, da distribuire sia in versione cartacea sia elettronica attraverso il sito e l'e-mail.
I lavoratori della conoscenza: generare conoscenza attraverso la comunicazione in rete

• E' vero che la rete cambia il mondo del lavoro?

• I servizi legati alle tecnologie digitali sono quelli che crescono con maggiore rapidità, contribuendo a creare nuove forme di economia .

• Nella società dell'informazione globale , successo significa competizione e scambio , cioè comunicazione

• La quantità di informazione assicurata dall'accesso alla rete non ne garantisce la qualità ( cioè la trasformabilità in conoscenza) ma può essere una delle condizioni necessarie

• Occorre acquisire e sviluppare una nuova competenza: generare conoscenza attraverso la comunicazione via rete

• A partire da questa competenza sarà possibile individuare nuove famiglie professionali

• “ da deboli a forti” il web può offrire nuove opportunità di lavoro ai giovani in possesso di lauree cosiddette “ deboli”.

scrivere per il web

Anche nella comunicazione di impresa ogni strumento deve avere il suo linguaggio. Scrivere un discorso è diverso da scrivere una brochure. Scrivere il bilancio annuale della società è diverso da scrivere una presentazione o un documento tecnico. Così, non si possono fare una pagina o un sito web prendendo testi pensati e scritti per la carta e salvandoli in html.

Ma nel caso della scrittura online è tutto molto più complicato, perché Internet si evolve in continuazione e non si fa in tempo ad elaborare non tanto delle regole quanto delle idee, che queste sono già superate. All'inizio, le pagine erano lunghi testi su fondo grigio mentre oggi ci assalgono con la forza e i colori di uno spot.

A lungo, la scrittura è stata la vera cenerentola di Internet, stretta da una parte dalla programmazione e dalla tecnica, dall'altra dal predominio della grafica.

Eppure imparare a scrivere per il web è particolarmente importante e urgente. Perché, passata l'euforia per la novità del mezzo, su Internet oggi si cercano soprattutto i contenuti. E poi perché, contrariamente all'editoria tradizionale, riservata comunque a pochi, su Internet possiamo scrivere e pubblicare tutti. Senza strettoie, senza ostacoli e persino senza soldi.

da: http://www.mestierediscrivere.com/testi/web.htm

lunedì, novembre 28, 2005

come si legge sul web

La prima cosa che chi scrive per il web deve sapere è che Internet non ha lettori nel senso tradizionale del termine: l’80% dei navigatori del Web non legge riga per riga, piuttosto "scorre" la pagina, cercando rapidamente, come su una mappa visiva, quello che più gli interessa. E lo fa velocemente, sia perché navigare costa, sia perché Internet è un mondo sterminato e la voglia di andare a trovare altrove quello che stiamo cercando è sempre in agguato. Solo chi cattura nei primi 30 secondi l'attenzione del lettore lo fa fermare sulla pagina. E allora? Allora bisogna disseminare la pagina di segnali che dicano immediatamente di cosa si parla e che rendano subito chiaro il contenuto della pagina. Può sembrare uno svantaggio e una corsa contro il tempo, ma chi scrive per il web ha dalla sua parte due grandi alleati: il design e l'ipertesto.



testo versus design
Quando si scrive per il web, il design è parte integrante del processo della scrittura. Anche il testo viene presentato come grafica e come immagine. La grafica, a sua volta, può essere letta come un testo e può fornire maggiori dati e informazioni di un'intera pagina scritta.
E anche il vuoto e lo spazio bianco acquistano la loro importanza: indirizzano e fanno fermare lo sguardo.
Non fate mai l'errore di riutilizzare così com'è un testo scritto per la stampa e di trasformarlo in html. Testo e grafica vanno sempre concepiti insieme.
Come afferma il pubblicitario francese Séguéla "la lingua cyber agisce tramite l'interpenetrazione delle immagini: le immagini fanno l'amore con le parole come in una fusione totale del linguaggio".
Questo non vuol dire che chi scrive debba trasformarsi improvvisamente in un grafico, ma che deve assolutamente sapere alcune cose:
sullo schermo si legge con maggiore difficoltà, quindi testi brevi
chi consulta il web lo fa velocemente, quindi titoli e sottotitoli chiari
la pagina web è uno spazio in cui il lettore deve potersi orientare e ritrovare, quindi stessa struttura per documenti che trattano lo stesso tema o dello stesso tipo.



con l'ipertesto il testo sprofonda
Sul web il testo acquista una nuova dimensione: cresce e si espande in profondità invece che in lunghezza. Uno dei massimi studiosi dell'ipertesto, George Landow, chiama "la retorica della partenza e dell'arrivo" questo viaggio solo apparentemente disordinato tra pagine, temi e interessi diversi.
Chi scrive per il web deve quindi assolutamente imparare a usare l’ipertesto e a sfruttarne tutte le potenzialità. Che non significa affatto spezzare un documento in tanti pezzetti e unirli, di schermata in schermata, con una freccia, magari con sotto la scritta "avanti". Scrivere un documento ipertestuale significa invece chiedersi chi è il nostro lettore, cosa vuole sapere prima, cosa dopo, cosa considera più importante e cosa invece un dettaglio. Significa non solo scrivere un testo, ma organizzare l'informazione, scegliere i link, cioè le porte che conducono avanti nel percorso di lettura, e dare a queste porte dei nomi semplici e brevi, ma che facciano immaginare e capire al lettore cosa troverà oltre.
Scegliere un link e titolarlo è infatti uno dei compiti più difficili di chi scrive per il web e fa parte del "nuovo" talento editoriale.



la pagina come mappa
Pensate sempre alla pagina web che state scrivendo come a una mappa o a un paesaggio visto dall'alto. E' così che il lettore la guarderà, farà su e giù con gli occhi cercando quello che gli serve. Fatene un percorso chiaro, fatto di luoghi e di segnali ben precisi: titoli, sottotitoli, testi brevi, spazi bianchi, indici, parole chiave scritte in altro corpo e altro colore, frecce, liste numerate o a punti.



la piramide invertita
Chi legge o consulta un sito web lo fa come chi si accosta a un'edicola. Ma non le edicole di oggi che somigliano a veri e propri negozi, piuttosto a un chiosco di paese, di quelli che ancora espongono le locandine con su scritto a caratteri cubitali "Vecchietta perde e ritrova portafoglio alla Upim di Grosseto". Anche sul web è lo strillo, il titolo quello che conta, che trattiene e invoglia il lettore. Per questo Jakob Nielsen, vero guru della web usability consiglia l'ordine della "piramide invertita" nella costruzione di siti e pagine web, ovvero cominciare dalla conclusione per scendere via via verso maggiori dettagli. Dimenticate quindi l'ordine che vi hanno insegnato a scuola per svolgere al meglio i vostri temi e prendete piuttosto spunto dai giornali: titolo, occhiello, didascalie, articolo, box di approfondimento, uso variato dei caratteri tipografici, sezioni, riassunti. Se ci pensate bene, il modo di leggere un sito web non è molto diverso da quello con cui leggete il giornale ogni mattina: una scorsa generale ai titoli e una lettura approfondita solo agli articoli che interessano veramente. E come per i titoli dei giornali, anche quelli del web devono contenere un'intera storia.



siate brevi!
Secondo Jakob Nielsen, leggere su schermo è il 25% più lento che leggere su carta. Questi i suoi consigli, frutto di approfondite ricerche sulle modalità di lettura dei "navigatori" del Web:
1. scrivere testi lunghi la metà di quelli concepiti per la carta
2. scrivere periodi semplici e brevi
3. scrivere pagine che non obblighino il lettore a scrollare troppo
4. se scrollare è necessario, tutti i titoli e i "segnali" di contenuto devono trovarsi all'inizio della pagina
5. una sola idea, un solo tema, per ogni paragrafo
6. saper usare l'ipertesto e "stratificare" le informazioni su più livelli.



una bussola per ogni pagina
Su una pagina web si può arrivare nei modi e attraverso gli itinerari più impensati, ma bisogna capire subito dove ci si trova, perché ogni pagina è indipendente da tutte le altre. Da ogni pagina si deve poter capire di che argomento si parla, di chi è il sito e come procedere oltre. Quindi ogni pagina deve avere una bussola a disposizione del navigante, anche piccola ma essenziale: logo dell'organizzazione o dell'azienda, titolo del sito, home page, barra di navigazione.



questione di credibilità
Internet è un mondo in cui c'è proprio di tutto, comprese montagne di spazzatura. Se non siete un'azienda molto conosciuta o un grande giornale, che si certificano da soli, dovete ottenere credibilità e rispetto dai lettori con la sola forza delle vostre pagine, quindi: design di qualità, un buono stile di scrittura, assenza di refusi, link che funzionano, nome dell'autore del sito, e-mail, data dell'ultimo aggiornamento, onestà nel citare le fonti, nessun timore nell'indicare altri siti interessanti.



diamoci del tu
Anche se la maggior parte dei siti, soprattutto di aziende, sono scritti ancora come una brochure, un nuovo stile comincia a farsi strada. Uno stile che non ha più nulla né del "promozional-marketese" (Comprate! Comprate!), né del corporatese (il freddo stile apparentemente neutro e tutto uguale con cui le aziende si presentano). E' uno stile più asciutto, più personale e diretto, più quotidiano, più vicino al dialogo e alla conversazione, che dice "io" e "noi" e che si rivolge direttamente all'interlocutore, spesso dandogli del tu.



la home page
Non è detto che il navigatore arrivi sul vostro sito passando per la home page, ma se vi trova anche solo qualcosa che lo interessa, è sicuro che a un certo momento cliccherà sulla fatidica casetta. Alla home page dovete quindi dedicare la massima attenzione e cura. Sì, perché la home page è il portone di ingresso, la vetrina del vostro sito. E' lì che giocate le vostre carte per convincere il navigatore a restare o a proseguire il suo giro altrove. Non cercate di impressionarlo con una grafica pirotecnica e con effetti speciali, ma dite subito cosa troverà all'interno attraverso un titolo e un sottotitolo, un indice preciso e chiaro. Non sforzatevi di inventare titoli criptici per incuriosire il vostro visitatore: quasi nessuno ha voglia di aspettare, ci sono migliaia di altri siti che attendono.
Attenzione però a non voler dire tutto subito: la vostra home page deve essere piena di promesse senza essere sovraccarica. Cercate di trovare un punto di equilibrio tra l’affollamento dove nulla si legge e una pagina laconica e povera.
Comunque, sulla home page - il vostro biglietto da visita - devono esserci assolutamente:
il nome dell'autore del sito, anche piccolissimo a piè di pagina, e non l'anonimo webmaster (a meno che non si tratti di un'azienda o di una grande organizzazione)
il vostro indirizzo e-mail, prima piccola promessa di interattività
la data dell’ultimo aggiornamento, un punto di riferimento indispensabile per i visitatori abituali.



il vostro pubblico è il mondo
Anche se il vostro sito è solo in italiano, non dimenticate che i vostri potenziali lettori sono in tutto il mondo. Come per un messaggio in bottiglia, non potete mai sapere quali strade per il mondo prenderà il vostro documento. Scrivete con questo orizzonte in mente ed eviterete facilmente errori e provincialismi.
Attenzione soprattutto:
alle sigle: INPS fuori d'Italia è una sigla incomprensibile e così RGS o DPF
alle date: 2/1/98 negli USA significa 1 febbraio, 2 gennaio nel resto del mondo
ai numeri di telefono, che devono essere sempre completi di prefisso internazionale
all'indicazione del vostro Paese
all'ora, che spesso scorre in molti siti senza che vi sia indicato a quale Paese si riferisce
alle parole straniere e all'inglese in particolare: o American o British, ma siate coerenti in tutto il sito.
Non dimenticate infine che la vostra pagina potrebbe essere letta in paesi e culture molto diverse dalla vostra: non usate metafore, né fate gli spiritosi con giochi di parole, soprattutto nei titoli.



l’editing per il web
Il fatto che le pagine web si correggano con grande facilità non è un alibi per la sciatteria. Anzi, anche la cura editoriale che si dedica a un sito contribuisce alla sua credibilità e a quella del suo autore. Il refuso non fa una brutta impressione solo sulla carta stampata, ma anche sul web.
Naturalmente il livello di editing e di revisione cambia a seconda dei siti e dei documenti. Come per i documenti su carta l'impegno è massimo per un annual report e minimo per un documento più informale, lo stesso vale per il web. I documenti di una intranet ad uso interno non necessitano certo di una schiera di editor, ma ciò che va su Internet a rappresentare voi stessi o la vostra azienda deve essere perfetto. Quindi, rileggete tutto con attenzione e fatevi aiutare da un correttore di bozze, così come fareste per una brochure o una presentazione. E pregate sempre i lettori di segnalarvi per e-mail eventuali errori.



l'interattività
L'interattività è l'essenza di Internet. Pubblicare un sito non significa mettere in rete i vostri scritti, ma trovare un nuovo terreno di comunicazione, di confronto e di intesa con chi ha i vostri stessi interessi. Se invece scrivete per la vostra azienda, il vostro obiettivo è farla conoscere ed entrare in comunicazione con i potenziali clienti o con potenziali nuovi colleghi. Quindi sfruttate a fondo tutte le possibilità di comunicazione che Internet vi offre: e-mail, forum, feedback, questionari, invio di newsletter specializzate, comunicazioni periodiche di aggiornamento del sito o in occasione dell'uscita di nuovi prodotti. Ma non limitatevi a ricevere; rispondete, e velocemente.



Internet e intranet
Scrivere per un sito Internet o per l'intranet della vostra azienda richiede stili ed attenzioni profondamente diversi. Ricordate soprattutto che:
gli utenti dell'intranet sono i vostri colleghi, che sanno tutto o molto dell'azienda, che condividono con voi un patrimonio di informazioni e anche un linguaggio comune e con i quali potete dare molte cose per scontate; nel caso del sito Internet possono essere invece clienti, istituzioni o visitatori occasionali. Gli uni cercano qualcosa di preciso e lo cercano finché non lo trovano, gli altri vanno catturati e trattenuti sul sito.
l'intranet serve per lavorare e può quindi contenere anche documenti molto lunghi e complessi, il sito Internet serve per informare, velocemente, sull'azienda, le sue attività e i suoi prodotti.
l'intranet è generalmente molto più veloce di Internet, le sue piattaforme e i suoi prodotti conosciuti, mentre non saprete mai con quale browser verrà visto il vostro sito Internet.
il design dell'intranet deve essere più funzionale e meno promozionale, la navigazione chiarissima perché le informazioni sono molte di più e servono per lavorare.

da: http://www.mestierediscrivere.com/testi/idee.htm

web writing, dalla A alla Z

Abstract
L'abstract, usato nella scrittura aziendale soprattutto nelle relazioni a convegni o negli executive summary, è una componente essenziale della scrittura per il web. Genere di scrittura breve, sintetica e modulare per eccellenza.
L'abstract che segue il titolo di un articolo e ne sintetizza i contenuti è il miglior modo per convincere il lettore a cliccare e ad andare alla pagina successiva.
Secondo una metafora culinaria molto popolare tra i web writer statunitensi, un testo online dovrebbe prevedere "il morso, lo spuntino e il pasto", ovvero il titolo, l'abstract e il testo intero, a seconda della fame e del desiderio di saperne di più da parte del frettoloso lettore della rete.



Brevità
Sul web si legge in maniera più veloce, frammentaria e disordinata che sulla carta. Il lettore va catturato subito, con testi brevi, sintetici e concentrati. In questo senso il lavoro dell'autore diventa una vera e propria corsa contro il tempo (anche se scrivere dei buoni testi brevi può essere un'operazione lunghissima).
Ma scrivere breve non significa necessariamente sacrificare i contenuti o la forza dell'impatto della comunicazione: significa piuttosto concentrare e affinare il testo, così come fanno i maestri della scrittura breve, i pubblicitari e i poeti. In realtà, la brevità alla comunicazione giova quasi sempre. E quando ha bisogno di scrivere di più, il web writer ha comunque a sua
disposizione la grande risorsa dell'ipertesto.



Colore
Ogni pagina web è una creazione multimediale, uno spazio visivo che deve colpire il lettore con dei richiami forti, un'atmosfera, un carattere proprio.
La scrittura visiva del web è fatta anche di colore e il web writer deve saper immaginare, progettare e scrivere un testo colorato, valutando gli impatti e le interazioni tra testo e colore. Contrariamente che sulla carta, sul web il colore è gratis, non occupa memoria e larghezza di banda. Approfittiamone.



Diritto d'autore
Anche se sul web i testi si possono copiare, esportare e riutilizzare con estrema facilità, le leggi sul copyright e il rispetto del lavoro altrui valgono anche qui: tutto è protetto da copyright, a meno che l'autore non inviti esplicitamente a copiare e a diffondere liberamente i suoi testi (sempre però citandolo correttamente, assieme alla fonte).
Copiare, inoltre, non conviene: se è facile copiare, è altrettanto facile scoprire i "furti" e denunciarli presso la propria online community. L'originalità, invece, paga sempre: nel grande calderone di contenuti, così facili da pubblicare, si distingue solo chi ha davvero qualcosa di nuovo e originale da dire.



e-mail
L'e-mail, la prima arrivata e la sorella povera del web, sta vivendo una seconda giovinezza. Leggera, veloce, praticamente gratis, è in grado di arrivare direttamente nella casella di posta del proprio interlocutore. Tanto leggera, veloce e gratis da aver dato vita anche all'odioso fenomeno dello spam.
Usata per le comunicazioni personali e di lavoro, per inviare comunicati stampa, per presentare prodotti, per convincere a visitare un sito web o a leggere le ultime notizie su un giornale online.
Ma ne mandiamo e ne riceviamo ormai talmente tante, da far finire la maggior parte nel cestino senza che vengano nemmeno aperte.
Nonostante l'affermarsi del formato html anche per le e-mail, le parole continuano a essere la risorsa più importante e vanno usate bene: con un oggetto chiaro e invitante, con il nome e il cognome del mittente, con un testo breve che anticipa subito nelle prime righe il messaggio più importante, con un'impaginazione pulita e ariosa, con i link necessari ad andare oltre, con una firma che sia un vero biglietto da visita, con un tono cortese ma più caldo e informale della tradizionale comunicazione epistolare.






FAQ
Insieme a URL, il più famoso acronimo di Internet. Ma oltre a questi due, è bene non andare oltre e fare la massima attenzione ad acronimi e sigle che possono non venir capite dal pubblico planetario del web. RGS, DPF e INPS fuori d'Italia non vogliono dire proprio niente. E in ogni caso, quando si scrive per la rete, gli acronimi vanno sciolti sempre: la "prima volta" e la "prima pagina" non esistono.



Grassetto
Se il grassetto, insieme al colore, mantiene e anzi rafforza la sua funzione di "dare enfasi", gli altri stili del carattere sul web possono cambiare di significato. E' soprattutto il caso del sottolineato, da non usare mai perché si confonde con i link, mentre il corsivo va centellinato perché le sue curve sinuose danno un effetto seghettato di difficile lettura.



Home page
Su una pagina web si può arrivare in tanti modi diversi: attraverso la home page, sì, ma anche con un motore di ricerca, un link da un altro sito. Ma se il lettore vi trova anche solo qualcosa che lo interessa, è sicuro che a un certo momento cliccherà sulla fatidica casetta.
La home page è la porta di ingresso, la vetrina del sito. E' lì che l'autore gioca le sue carte per convincere il navigatore a restare o a proseguire il suo giro altrove. Navigatore che non vuole essere impressionato con una grafica pirotecnica e con effetti speciali, ma sapere subito cosa troverà all'interno attraverso un titolo e un sottotitolo, un indice preciso e chiaro.
Jakob Nielsen ha definito la home page "la proprietà immobiliare più preziosa del mondo", perché è in quel piccolo spazio che tutto il contenuto del sito deve essere promesso e rappresentato.





Ipertesto
Il passaggio dalla scrittura lineare del libro alla scrittura "espansa" e "profonda" dell'ipertesto cambia completamente il modo di pensare, progettare e costruire un testo. Sul web il testo acquista un nuovo senso spaziale rispetto alla carta. E' per questo che un ipertesto, come fa l'architetto con un edificio, lo si progetta e lo si costruisce, ancor prima di scriverlo. Un metodo raccomandabile sempre e per tutti i testi, ma indispensabile quando si scrive per il web.



Link
I link sono l'essenza dell'ipertesto, il meccanismo interno che fa funzionare la macchina comunicativa del sito. Sceglierli e titolarli bene è parte integrante della scrittura online. E perché il meccanismo funzioni bene, un buon link dovrebbe:
1) anticipare le aspettative del lettore e accompagnarlo nel suo percorso; 2) essere molto specifico, ovvero linkare non a una home page, ma a una pagina precisa; 3) avere un titolo che sia un vero concentrato di contenuto e che invogli il lettore a cliccare.
E' ciò che George Landow ha chiamato la "retorica della partenza e dell'arrivo": il testo del link dovrebbe annunciare con chiarezza dove stiamo andando e, una volta arrivati, dovremmo trovare esattamente ciò che ci era stato annunciato.



Microcontent
Sulla grande rete, i piccoli testi contano molto. Sono essenziali per attirare il lettore, per orientarlo, ma anche per farsi leggere e addirittura trovare.
Il famoso guru Jakob Nielsen chiama i piccoli testi "microcontent" e con questo termine indica i titoli, i sottotitoli, i link, le voci di indice di una pagina web, i metatag, gli alt text delle immagini, cioè tutte quelle "perle di chiarezza" di 50 caratteri al massimo che devono contenere e spiegare al lettore il "macrocontent" di intere pagine e quindi attrarlo e guidarlo all'interno di un sito. Scrivere microcontent che siano veri concentrati di contenuto è una delle sfide più difficili per il talento editoriale dello scrittore online.



Nicchia
Su Internet si può pubblicare tutto, senza tipografia, senza soldi, ed entro ragionevoli limiti anche senza censura. Ma la rete è il regno dei contenuti di nicchia: quelli che per le case editrici non vale la pena di pubblicare perché non hanno mercato, quelli che hanno pochi ma tenaci appassionati in tutto il mondo, quelli specialistici che vanno aggiornati in continuazione.



Orientamento
In quell'infinito ipertesto che è il world wide web non c'è un prima, né un dopo, perché è il lettore che decide liberamente il suo percorso. Parole come "avanti" e "indietro" non hanno quindi senso. Ne ha molto, invece, usare le parole per fare in modo che il navigatore non si perda, dotando le pagine di piccole e preziose bussole di navigazione: il titolo del sito o il logo, la mappa con le sezioni principali, il ritorno alla home, la data dell'ultimo aggiornamento.



Punteggiatura
La punteggiatura - lo insegnano i grandi scrittori - è parte integrante dello stile e quindi ogni regola è fatta per essere infranta.
Però sul web, con la sua scrittura sintetica e i suoi spazi ristretti, qualche indicazione cui attenersi può essere utile.
Punto fermo: da utilizzare al massimo, aiuta a semplificare la sintassi, impone una pausa salutare agli occhi e ai pensieri.
Punto e virgola: da usare con contagocce, chiude e non chiude i periodi.
Punto interrogativo: da centellinare, lo stile del web non ama le domande retoriche.
Punto esclamativo: ce ne sono fin troppi, ognuno equivale a un grido.
Due punti: assolutamente da recuperare, perché aprono le frasi con dolcezza e senza fatica, contribuendo non poco alla "leggerezza" dello stile.



Quindi
Attenzione a questo avverbio, come a tutti gli altri che indicano consequenzialità. Sul web, dove leggiamo al massimo una trentina di righe alla volta nell'angusto spazio di una schermata, dobbiamo tendere verso una scrittura modulare, basata sul paragrafo come unità di misura. Paragrafi autoconsistenti e autonomi l'uno dall'altro. Le vere connessioni, sul web, non sono create dai "quindi", "di conseguenza", "eppure", "perciò", "infatti", ma dai link.





Revisione
Il fatto che sul web i testi si possano correggere in pochi secondi non è un alibi per la sciatteria. Anzi, testi corretti, precisi e privi di refusi depongono a favore della serietà, della credibilità e dell'affidabilità dell'autore e dell'azienda cui appartiene. Quindi, anche nella scrittura online, l'ultima fase del processo è sempre la revisione, meglio se effettuata stampando le pagine, leggendo ad alta voce e munendosi, all'antica, di matita rossa e blu.


Sintassi
Il web e i suoi ritmi veloci vogliono uno stile di scrittura più leggero, una sintassi più semplice e piana, senza troppi incisi e subordinate. Non è difficile. Basta osservare la "legge della vicinanza", ovvero tenere sempre insieme soggetto, verbo e complemento oggetto, senza separarli con inutili incisi. E usare il punto fermo il più possibile: punto e a capo.



Titolo
Microcontent per eccellenza, titoli e sottotitoli delle pagine e dei paragrafi devono essere progettati e scritti come un vero paratesto ("ciò che sta accanto, intorno al testo"), con la funzione di segnalare e far risaltare i contenuti più importanti. All'interno della mappa visiva della pagina web, devono costituire un primo, ma completo livello di lettura, da cogliere con un solo sguardo.



Utente
Chi è l'utente dei testi scritti per il web? Il navigatore? Il lettore? Oppure il clicker, il surfer, l'onliner, come sottolineano più dinamicamente i neologismi anglosassoni? Comunque lo vogliamo chiamare, quello che è certo è che corre, è un impaziente e legge non parola per parola, partendo dalla prima in alto a sinistra, ma "sorvolando" la pagina come un paesaggio visto dall'alto per cogliere, il più rapidamente possibile, se c'è qualcosa che gli interessa davvero.



Verdana
Chiaro e luminoso come il suo nome, che deriva dal verde di Seattle, dove è stato disegnato, è il font più diffuso sul web e il più amato dai web designer.
Non a caso: fa parte del folto gruppo di font appositamente progettati per lo schermo dai Manuzio del 2000.
Infatti sullo schermo è perfetto: i caratteri sono distanziati in maniera regolare e non si toccano mai, il neretto è chiaramente un neretto ma rimane leggibile anche quando le dimensioni sono minime, gli 1 e le I non si confondono mai.



Weblog
L'ultimo nato tra i generi della scrittura online, grazie a software gratuiti e semplicissimi che permettono di creare su un sito un vero diario di bordo, con link arrichiti di notazioni e commenti personali, più un archivio strutturato per date. Ideale per approfondire e commentare temi molto specialistici e di nicchia, viene anche utilizzato dai più giovani come un vero e proprio diario personale, dai giornalisti come complemento più dinamico e interattivo degli articoli, dai gruppi di esperti come luogo virtuale per condividere link e commenti. Anche se tuttora poco usato, è ideale per le intranet.



Zen
L'oriente e le filosofie orientali sono continue fonti di ispirazione per i web designer e i web editor. E se questi ultimi si ispirano agli haiku - poesie giapponesi di sole 17 sillabe - come a esempi di scrittura breve, evocativa e concentrata, chi le pagine web le progetta e le realizza non dimentica mai che il testo sulla pagina deve "respirare" attraverso ampi spazi bianchi, soprattutto ai lati. Nello spazio, il vuoto non è mai vuoto: lo zen insegna.



da: http://www.mestierediscrivere.com/testi/glossarioweb.htm

scrivere un'e-mail

gioie e dolori della posta elettronica
Prima di tutto le gioie. La posta elettronica è oggi il mezzo più veloce ed economico per comunicare. Non solo con una singola persona, ma anche con tante persone in una volta sola. Basta una bella e nutrita mailing list, un clic e il nostro messaggio parte in tante direzioni per il mondo e arriva a destinazione in pochi minuti. La tentazione di inondare il prossimo con le nostre missive è forte. Però …… e qui passiamo ai dolori. Proprio perché riceviamo tante e-mail, la tendenza a cestinarle ancor prima di aprirle cresce in proporzione. Non solo, la lettura sullo schermo non aiuta, i messaggi appaiono tutti uguali, il linguaggio è spesso sciatto e troppo colloquiale. Un "hello Luisa"! seguito da un testo che chiaramente viene inviato tale e quale ad altre migliaia di persone in tutto il mondo ci sembra quasi una presa in giro. Un clic e la mail prende la strada del cestino.



e-mail, dove contano solo le parole
Quando scrivete una e-mail le parole sono la vostra forza e la vostra unica risorsa. Qui non potete ricorrere a carta patinata, a colori appariscenti, al logo della vostra azienda, alle animazioni che ormai ammiccano da ogni pagina web. Avete solo le vostre parole per farvi leggere, incuriosire, interessare e ottenere una risposta. Quindi imparate ad usarle e a disporle bene.



l’oggetto è la vostra esca
Se volete che la vostra e-mail venga almeno aperta, cosa non così scontata, prima ancora di mettervi a scrivere dovete dedicare la massima attenzione alla riga oggetto/subject. Non saltatela mai, condensate in quei pochi caratteri il contenuto del messaggio. L’oggetto deve essere breve, esplicito e il più possibile preciso. Non "novità", ma quale novità. Non "sito Internet", ma "aggiornamenti sito Pinco Pallino". Non "nuova offerta clienti", ma "brochure Internet Banking".



brevi, anzi brevissimi
La brevità, sempre raccomandabile, per una e-mail è d’obbligo. Tutto quello che avete da dire deve assolutamente stare nella prima schermata, addirittura nelle prime righe. Nessuno ha più voglia e tempo di scorrere fino alla trentesima riga per sapere quello che intendete comunicare. Quindi preparate prima una piccola scaletta, mettendo gli argomenti in ordine di priorità. Se avete bisogno di più spazio, iniziate il messaggio con un piccolo indice, preferibilmente numerato, con gli argomenti del vostro messaggio. Se il vostro interlocutore è particolarmente interessato al punto 8, saprà subito dove andare a cercare.



impaginate!
La vostra e-mail deve essere densa solo di informazioni e contenuti, ma quasi rarefatta dal punto di vista visivo. Una schermata piena di parole tutte uguali, senza stacchi, è destinata a scoraggiare chiunque. E’ vero, non avete molte risorse, ma quelle che avete usatele bene. Quindi:

1. indice iniziale, se il documento è lungo

2. paragrafi molto brevi, introdotti da titoletti maiuscoli (evitate corsivo e neretto, non tutti li leggono)

3. spazio bianco tra un paragrafo e l’altro

4. uso di liste, puntate o numerate, per condensare e rendere meglio visibili le informazioni

5. righe corte, di 70 caratteri al massimo.



informale, ma non troppo
Non lasciatevi tentare a tutti i costi dall’informalità della posta elettronica. Un "ciao, tutto ok" va benissimo se scrivete ad un amico o a un vostro collaboratore. Se invece contattate un cliente o un fornitore, presentate un vostro progetto, ricordate che il sito Internet della vostra azienda è stato appena aggiornato, mantenete un tono colloquiale, ma al tempo stesso professionale. Non esordite con un "caro cliente! la ditta Pinco Pallino ti presenta una straordinaria offerta!" e poi buttate giù il testo come se steste parlando. Progettate invece la vostra e-mail, così come fareste per qualsiasi altro documento che vi rappresenta verso il mondo esterno.



a ciascuno il suo linguaggio
Trovate quindi il tono giusto e usate un linguaggio semplice e asciutto. Calibrate il linguaggio sul vostro interlocutore. Non scrivete al cliente come se fosse un vostro amico, ma non cominciate nemmeno con un classico "ci pregiamo informarLa", né concludete con un "In attesa di un Suo gentile riscontro, cogliamo l’occasione per inviarLe i nostri migliori saluti". All’inizio "Vogliamo informarla sulla nostra offerta di Internet Banking" e alla fine "Cordiali saluti" vanno benissimo. E anche il Lei o il Voi con la maiuscola non si addicono alla e-mail.



la mail che si clicca
Introducete nel testo del messaggio un briciolo di interattività, per esempio dei link alle pagine aggiornate del vostro sito Internet o ad altri siti di interesse: il colore diverso già attira l’occhio e pochi resistono alla tentazione del clic. Utilizzate inoltre i link per non appesantire il messaggio: se volete informare i clienti su un vostro nuovo prodotto, invitateli ad andare direttamente sul sito a scaricare la brochure; con tutti i colori, l’impaginazione e gli effetti giusti.



anche la firma parla di voi
Utilizzate al meglio la firma. Non solo il vostro nome e cognome (rigorosamente senza dott. o ing.!), ma anche la vostra azienda, la struttura cui appartenete, l’e-mail, il telefono, il fax, l’indirizzo, la Url del vostro sito Internet o quella della vostra azienda (preferibilmente cliccabile). Confezionate, se il vostro sistema di posta elettronica lo permette, diverse firme da inserire automaticamente: informale, formale, in italiano, in inglese.



e prima di inviare ……..
Una volta finito di scrivere il testo, non cliccate automaticamente sul pulsante Invio. Anche la e-mail ha bisogno di editing e di revisione. Una e-mail con refusi ed errori non depone certo a favore della vostra accuratezza ed affidabilità. Rileggete tutto con attenzione, controllate l’impaginazione, aprite gli allegati per controllare che siano quelli giusti, verificate l’indirizzo e i destinatari se sono più d’uno. E solo allora inviate il messaggio.



ritorno alla scrittura? U. Eco la pensa così
Da una lunga e bellissima intervista di Repubblica a Umberto Eco e Roger Chartier del 12 maggio 1999, che vi consiglio di leggere per intero, perché parla della scrittura e della lettura ai tempi di Internet:
"Cosa fa l'e-mail? Prima soluzione: in un universo in cui non si scrivevano più lettere e si telefonava, adesso la gente scrive. Seconda soluzione, opposta: quando rispondevo a una lettera, io prima scrivevo: "Caro monsieur Chartier, ho ricevuto la sua graditissima lettera con l'invito a partecipare al convegno. Sono estremamente dolente di doverle dire che non posso venire, eccetera". Adesso, con l' e-mail, scrivo: "Non posso". E lui non si offende, perché questo fa parte di una nuova etichetta. Allora, è vero che l'e-mail riduce l'epistolografia, però è anche vero che con l'e-mail possiamo scriverci ogni giorno, mentre prima ci saremmo scritti una volta l'anno. Recentemente, a un mio collega che via e-mail mi invitava a un convegno, ho risposto che quel convegno mi sembrava una stupidaggine. A sua volta, lui mi ha risposto insultandomi. In breve, è venuto fuori un epistolario filosofico, e entrambi ci siamo chiesti: perché non pubblicarlo in luogo del convegno? Dunque non si sa se l'e-mail sia l'azzeramento della corrispondenza o il ritorno alla corrispondenza, la compressione fino all'essenziale della lettera o la nascita di una nuova epistolografia. O tutt'e due le cose insieme."



OLTRE LA SCRITTURA, QUALCHE CONSIGLIO IN PIU’

La posta elettronica è un mezzo fantastico, ma non usatela mai al posto della comunicazione interpersonale. Usatela invece quando la comunicazione è breve, quando deve arrivare subito, quando dovete ricordare i vostri servizi o voi stessi a chi già vi conosce.
Non lasciatevi tentare dal costo praticamente nullo dell’invio. Elaborate con cura la vostra mailing list e inviate i messaggi soltanto a chi può essere realmente interessato. Inondare di messaggi le caselle di posta altrui – il famigerato spamming – è molto malvisto e considerato quasi un reato nella comunità dei navigatori Internet.
Una vostra e-mail vi sembra particolarmente efficace e riuscita? Fatene un template, da riutilizzare alla prossima occasione.
Nel vostro ambiente di lavoro, utilizzate più che potete l’opzione "per conoscenza": condividere con altri un vostro progetto o una vostra idea contribuisce a creare un clima di collaborazione, di comunità e di trasparenza, oltre che farvi risparmiare molto tempo prezioso.

da http://www.mestierediscrivere.com/testi/email.htm:

le nuove strade dei weblog

le nuove strade dei weblog



Da quando ne ho parlato per la prima volta su questo sito, esattamente un anno fa, i weblog - o blog, come ormai tutti li chiamano - ne hanno fatta di strada. Anzi, di strade ne hanno imboccate parecchie. Ancora non da noi in Italia, nonostante il gran parlare che se ne fa, ma negli Stati Uniti e in altri paesi europei sì.

Questo genere di self-publishing così rapido, personale, telegrafico, impressionista, terribilmente soggettivo, ha espugnato anche la roccaforte del mondo che sembrava il suo nemico e la sua antitesi, quello del giornalismo ufficiale e delle grandi testate.
Non per sostituirsi agli articoli di cronaca, ai commenti, ai reportage, ma piuttosto come il loro più utile completamento.
Non sono pochi i giornalisti della carta stampata che tengono anche una rubrica di weblog (uno per tutti: Dan Gillmore, famoso editorialista high-tech del San José Mercury News della Silicon Valley), e nemmeno le testate importanti che dedicano loro una sezione del sito (una per tutte: il britannico The Guardian). Una volta pubblicati gli articoli, nella versione cartacea e online, i lettori si scatenano, inviando commenti e osservazioni, proponendo magari una diversa angolazione dalla quale considerare un particolare tema. Un gran lavoro per il giornalista, che legge, filtra, risponde e pubblica in tempo reale sul suo weblog, ma anche una fonte preziosa di ulteriori dati, materiali, notizie, verifiche.
La "posta dei lettori" alimenta così continuamente il giornale, lo arricchisce di nuove prospettive e nuove voci. Il giornale online non è più la copia in bit della versione cartacea, ma fa proprie le caratteristiche più genuine di Internet, l'interattività e il confronto tra idee e persone.
D'altra parte, gli autori del Cluetrain Manifesto lo avevano detto e scritto già due anni fa nella prima delle loro 95 tesi: "i mercati sono conversazioni".

C'è invece chi ha unito le proprie forze e le proprie competenze in un weblog di gruppo. Se poi questo weblog è fortemente specializzato in un tema di nicchia, il risultato è da fuoriclasse: una fonte documentatissima e inesauribile di notizie, link e opinioni a livello globale. E' il caso di E-media Tidbits, la migliore *risorsa* (mai l'orribile anglicismo fu più pertinente) sui contenuti e la scrittura online. Coordinati da Steve Outing, un gruppo di giornalisti e professionisti di diversi paesi (ci sono anche una tedesca e un'italiana che lavora a Londra) pubblicano ogni giorno le loro scoperte sul web, le loro letture e soprattutto le loro opinioni (spesso a confronto). Chi riceve tutte le mattine il digest nella propria casella di posta, può star sicuro di non perdere niente di ciò che succede nel mondo del giornalismo online e del content publishing.
Il weblog è il genere per eccellenza dei saperi di nicchia. Provate a leggere Whatever del business writer John Scalzi o i bloug dell'architetto dell'informazione Louis Rosenfeld. Il bello è che quando scrivono il loro weblog, anche studiosi seri come questi passano a uno stile più personale, più caldo e informale, mescolando letture, opinioni e consigli con mille particolari della loro quotidianità.

In Italia il weblog non viene ancora minimamente considerato dai giornali come uno strumento utile o almeno complementare a quelli più tradizionali. Ma ci arriveranno anche loro; d'altra parte ci sono voluti anni perché si accorgessero dell'utilità delle newsletter inviate per e-mail, presentateci ultimamente dai grandi quotidiani e settimanali come la novità delle novità.
Il weblog da noi sta piuttosto dilagando tra i giovani come la versione più moderna del diario e rimpiazzando, spesso con esiti molto migliori, la home page personale. Ma chi pensa a questi journaux intimes del duemila soltanto come a meri contenitori di debordante emotività, si sbaglia.
Ci sono anche dei bellissimi esperimenti di quella scrittura sintetica e concentrata costruita sui ritmi che la velocità del mezzo e della pubblicazione impongono. Ci sono dentro i rapporti umani, le letture, la musica, la politica.
"Questa sono io, senza filtri, senza inibizioni, come tutti voi mi conoscete" afferma la misteriosa La Pizia in apertura del suo weblog. Si entra con un leggero imbarazzo e in punta di piedi in questo spazio così personale e dai testi brevi ed intensi, che oscillano tra prosa e poesia ("ah, che lingua il portoghese ... un velluto di un rosso intenso che scivola via da un fianco").
Provate a leggere anche i lunghi e documentatissimi, ma mai noiosi, weblog di Leonardo, oppure quelli sintetici e telegrafici di due giovani ma consumati web designer come Frederic Argazzi e il "blogorroico" Antonio Cavedoni. Nonostante la frammentarietà, sono vere autobiografie quotidiane, squarci di vita rappresentati e restituiti attraverso la disciplina della scrittura.

da http://www.mestierediscrivere.com/testi/weblog1.htm

weblog: diario di bordo online

weblog: diario di bordo online


Una nuova parola si aggira nel mondo dei web editor: weblog. Se provate a inserire questo termine sui motori di ricerca, avrete una montagna di risultati con "John's weblogs", "Danny's weblogs", Nancy's weblogs". Sì, perché i weblog sono una nuova forma editoriale, esclusiva di Internet e strettamente personale.
Se sei un regolare navigatore e appassionato di un tema - se molto specialistico e di nicchia è meglio - puoi diventare un weblog editor, ovvero pubblicare quotidianamente i link interessanti che trovi, con i tuoi brevi commenti. Chi ha la tua stessa passione, visiterà ogni giorno il tuo sito, per vedere cosa hai scovato di nuovo.
Steve Outing, il famoso editorialista di Editor&Publisher, considera i weblog i veri eredi dei classici editoriali e commenti dei giornali di carta. Lui stesso ne pubblica: si chiamano E-Media Tidbits e informano la vasta comunità dei content editor su quanto lo stesso Outing e la sua collega Amy Gahran vanno scovando ogni giorno su scrittura, giornalismo e new media.
Ma diventare autori di weblog è alla portata di tutti, l'importante è avere un argomento di cui si è esperti, essere dei navigatori abituali, saper scrivere commenti brevi, volersi esporre con le proprie opinioni.


In breve, tutte le caratteristiche e i vantaggi dei weblog:

sono delle liste di link interessanti su un argomento molto specifico (praticamente un weblog di sport non ha senso, uno di pattinaggio sul ghiaccio sì)
sono aggiornati quotidianamente, praticamente un diario del navigatore, i suoi appunti di navigazione online (la data è quindi un elemento importantissimo e d'altra parte in inglese to log significa anche "registrare cronologicamente")
sono una forma di giornalismo esclusiva del Web, perché ogni weblog rimanda a un sito o a una pagina web
sono un genere molto personale, perché è il commento dell'autore che distingue un weblog da una normale lista di link
porta via all'autore pochissimo tempo, praticamente può prendere appunti mentre naviga
assicura a un sito un flusso di visitatori regolari costante
incoraggia i lettori a segnalare a loro volta all'autore altri siti per i suoi weblog.

Outing raccomanda i weblog anche ai gestori di intranet e agli editor aziendali: un'intranet che sulla home page presenta ogni giorno i weblog su quel particolare settore di mercato, fornisce un importante servizio e inoltre crea un bello spazio di aggregazione tra i dipendenti, che possono diventare tutti autori di weblog contribuendo all'ampliamento delle conoscenze aziendali.

da http://www.mestierediscrivere.com/testi/weblogs.htm